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Commenti al testo di Giorgio Mancinelli
Quanti di Poesia, e i poeti fanno boh!

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 Loredana Savelli - 07/03/2011 18:06:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Nessun fraintendimento. Cercavo di tirare le somme e per questo cito lo stesso Roberto, dall’introduzione dell’antologia: "Si può dire, più in generale, che in ogni relazione i singoli soggetti interessati, in qualche modo, trascendono sé stessi per dar vita ad un terzo soggetto che è una novità nel campo del reale, si tratta di una verità "altra" che scaturisce come sintesi da una relazione di scambio".
Ciascun autore si è dunque fatto tramite di questa verità "altra", mettendoci il suo mondo, le sue esperienze.
Ben vengano le contaminazioni. Anche le mie perplessità iniziali (dover "imparare" un nuovo linguaggio, addentrarmi in campi per me lontani) si sono sciolte quando ho scoperto che le "scritture straordinarie" insite nelle forme del reale altro non sono che lo sguardo del poeta e che i diversi linguaggi apportano "soltanto" una cifra personale.
Un caro saluto

 Giorgio Mancinelli - 07/03/2011 17:38:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Mancinelli » ]

Carissima Loredana,credevo di aver colto il tuo pensiero positivamente e invece mi accorgo di aver sbagliato l’obiettivo, del resto il tuo intervento pur efficace è stato breve e non potevo inventarmi nient’altro oltre quello che ho recepito, che non è nel modo più assoluto un commento ai testi contenuti nel volume, che mi riservo di fare in seguito, bensì la cronaca dell’incontro come io l’ho vissuta. In quanto a Roberto Maggiani non comprendo cosa vuoi dire? Non mi sembra di aver tolto nulla al suo pur importante ruolo di coordinatore, inquanto gli ho fatto i complimenti e glieli rinnovo per la buona riuscita dell’operazione letteraria. Cos’altro avrei dovuto fare? Comunque, semmai mi aspetto da lui una qualche risentita rimostranza, non ti pare?

Ottima dunque la ragione che interpone Loredana Savelli agli altri poeti sulla leggibilità in chiave musicale della poesia, sulla aleatorietà del suono che si fa parola, e viceversa. Come del resto ha affermato l’anonimo (invitato da Leopoldo Attolico), pure intervenuto nel dibattito che ha fatto seguito all’incontro, sull’impostazione di un richiamo/rimando (effetto eco) del verso, onde “il suono prende il posto del sentimento che si è voluto esprimere con la parola e di rimando, fa ritorno come suono di parola recepita, avvalorato/a di sentimento e che, anzi, crea sentimento”. Un concetto questo che non va preso come un semplice gioco di parole, bensì si apre al cospetto della sensibilità di tutti coloro che, come noi, esortano per un ritorno allo stato puro della parola, (come appunto hanno detto in molti), e che dovrebbe essere il tè forte della nuova riscossa poetica che da qualche parte si avverte.

 Loredana Savelli - 07/03/2011 09:27:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

A integrazione del mio intervento scarno e poco chiaro, voglio solo dire che l’operazione di Roberto, partorita da una mente sicuramente eclettica ma prima di tutto profetica, perciò poetica, è stata quella di voler coniugare diversi linguaggi, riassunti poi nello sguardo "ulteriore" che ogni artista è in grado di gettare sulle forme, leggendovi "scritture straordinarie". In fondo quest’intuizione è la manifestazione lucida e ragionata (qui ritorna la mente logica dello scienziato) dell’atto poetico tout-court: che cosa è infatti la poesia se non uno sguardo e un linguaggio (stavo per dire un gergo)?